Cerca su asbn

domenica 15 maggio 2011

Napoli, quattro motivi per la crisi


Stadio Via Del Mare, minuto 88: Chevanton infila un missile da 25 metri che manda il Napoli all'inferno. Un inferno quasi preannunciato da tempo, troppo tempo. Una squadra molto rilassata che ha, però, subito alcuni inconvenienti che ne hanno delimitato la crisi. Una crisi da cui i partenopei non riescono più ad uscire. Ecco i molteplici motivi per il quale la regina del Sud, non riesce ad esprimere il gioco spumeggiante che aveva incantato l'Italia mesi fa: 1)È palese: Mazzarri ha la testa già alla prossima stagione (non con il Napoli) da tempo e ciò durante gli allenamenti potrebbe influire molto pesantemente nella psicologia dei giocatori napoletani, che se notiamo attentamente carbura poco negli ultimi 25 minuti e fatica molto nel primo tempo. Una conseguenza di fatti che si accavalla. Il tecnico, nonostante le chiamate da molti top club, tra cui Roma e Juventus, farebbe bene a chiarire una volta per tutte la sua posizione e a concentrarsi solo ed esclusivamente sulle tre restanti partite da giocare, onde evitare il rischio che per lui il telefonino potrebbe anche non suonare più. 2)Lo diciamo da settembre: il mercato effettuato da Bigon non è stato perfetto, ne' pessimo. Un 7 è il massimo voto che ci sentiamo di dare. L'acquisto a poco prezzo di Cavani e i rifiuti a grandi squadre per il cartellino di Hamsik e Lavezzi possono essere considerate ottime operazioni se aggiunte ai vitali innesti di Sosa, Yebda e Ruiz. Ma le riserve dei big-three? Avreste mai creduto che Cavani segnasse continuamente senza mai fermarsi? O che Lavezzi corresse per 38 partite? Cristiano Lucarelli, infortuni a parte, quando è stato chiamato in causa ha risposto presente solo a voce e non sul campo. La casella dei gol non è stata mai contrassegnata dall'ex Livorno, motivo per il quale si deduce che senza il "Matador" si segna con il contagocce. 3)Lo stesso Cavani sta mostrando seri problemi all'interno del gruppo. Il voler raggiungere Di Natale sulla vetta dei cannonieri e il voler sempre segnare per lui stesso e non per il collettivo porta l'uruguaiano a non rendere come ad inizio anno. L'ansia del gol non lo aiuta e la stangata del giudice sportivo potrebbe dar nuovi problemi ad un Napoli che dovrà ora reinventare l'attacco. 4) Tutta la rosa, staff compreso, si sente in Champions da mesi e il "giocare con superficialità" è ora una costante che dovrà presto essere variata per evitare svarioni che rovinerebbero un intero campionato. Occhio Napoli, l'Europa che conta è a rischio.

Marco Fornaro

Nessun commento:

Posta un commento