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mercoledì 4 maggio 2011

Riassunto generale della farsa comunale


C'è chi acquista casa a sua insaputa (Claudio Scajola). E chi vota e approva delibere, sempre a propria insaputa (Michele Emiliano e la giunta comunale di Bari). La storia è quella della delibera sul fallimento dell'Associazione sportiva Bari, che nel pomeriggio torna in giunta. A chiederlo è stata l'amministrazione comunale, come risulta dalla delibera numero 209 del 28 aprile del 2011, pubblicata ieri sull'albo pretorio. Il titolo della delibera è: "Autorizzare la pubblica amministrazione a presentare istanza di fallimento per il Bari". Nelle tre pagine di testo l'assessore proponente, e cioè quello con la delega al contenzioso Emanuele Pasculli (Idv), spiega come il Comune abbia deciso di chiedere il fallimento della società visto che i Matarrese non versano i due milioni per la vecchia gestione dello Stadio della Vittoria, così come stabilito da tre sentenze del giudice civile. A presiedere la giunta - si legge nella delibera - c'era il sindaco Emiliano. Tutti gli assessori erano presenti, fatta eccezione di Franco Albore e Filippo Barattolo. L'approvazione è stata all'unanimità. Tra i sì, quindi, anche quello di Annabella Degennaro che - carte alla mano - ha quindi votato per il fallimento di una società che la sua famiglia era intenzionata ad acquistare.

L'assessore Pasculli difende il provvedimento: "È giustissimo, oggi lo ripresento, è l'unica strada per riavere soldi nostri". Ma Emiliano non è d'accordo, tanto che ha sconfessato l'operazione. Prima ha provato a sostenere che la delibera non esistesse. Poi è passato sulla tesi dell'approvazione inconsapevole, con la questione dell'errore informatico. In serata è arrivata poi la nota ufficiale del Comune: "La delibera risulta iscritta e approvata solo per un mero errore materiale del segretario generale. In realtà, la proposta non è stata né trattata né approvata dalla giunta. Quindi è del tutto evidente che, allo stato, l'atto integra gli estremi solo di una proposta". La delibera quindi non è una delibera. Ma una proposta. È del tutto evidente.

La prima parte del problema (giudiziaria): Vincenzo Matarrese per sfuggire al pignoramento ha venduto fittiziamente un terreno del Bari a una società di sua proprietà. La seconda parte della questione (politica): l'avvocatura e una parte della giunta sono furiosi con il sindaco Michele Emiliano che ha sconfessato la loro linea difendendo a prescindere il Bari e i Matarrese in una situazione nella quale era davvero difficili difenderli. La terza parte (politica e forse giudiziaria): il conflitto di interessi dell'assessore Annabella Degennaro che, carte alla mano, ha votato per il fallimento di una società che in quel momento il padre aveva annunciato di voler comprare. La quarta e ultima questione (comica): la giornata convulsa per cercare di mettere una pezza a colori con tanto di chiamata a raccolta dei fedelissimi per difendere il sindaco sui social network. Al di là della delibera, quello che sembra più grave nella commedia del presunto fallimento del Bari calcio chiesto dal Comune, è quello che c'è dietro la delibera.

Innanzitutto il fatto. Tre giudici hanno sostenuto che il Bari calcio e la famiglia Matarrese devono dei soldi al comune di Bari. E dunque a tutti i baresi. Due milioni di euro, non spiccioli. I Matarrese non vogliono darli. Gli uffici, com'è loro dovere, fanno di tutto per recuperarli. Arrivano - è il 6 aprile del 2011 - a pignorare un terreno di proprietà della società. E qui arriva il primo problema: quando l'avvocatura chiede la trascrizione del pignoramento si accorgono che quel terreno il 29 marzo (con trascrizione proprio il 6 aprile) non è più del Bari ma di una società terza, la Eurodiamond srl. Niente terreno, quindi. Niente soldi per il comune. Ma chi ha comprato? Lo spiega proprio l'avvocatura e l'assessore Pasculli nella delibera fantasma. "Dalla visura camerale - scrivono - risulta che la Eurodiamond è una società con socio unico la Superbeton srl e Amministratore unico il signor Vincenzo Matarrese, amministratore anche della As Bari". In sostanza per sfuggire al pignoramento Matarrese ha venduto il terreno a se stesso.

"Proprio per questo - dice l'assessore al contenzioso, Emanuele Pasculli - io troverei davvero incredibile che la delibera non passi. Effettivamente nella scorsa giunta non è stata approvata ma io oggi la riporto e sono certo che nessuno potrà votare no". Non voterà quasi certamente l'assessore Annabella Degennaro che invece risultava tra i presenti nella delibera fantasma. Il passaggio non è da poco. L'assessore si era espressa di fatto su un affare di famiglia visto che il padre (prima di sfilarsi) aveva ufficialmente annunciato di voler entrare nell'affare Bari. La Degennaro sorride e allarga le braccia. "E' stato un errore del segretario generale, dispiace a tutti. Ma davvero non l'abbiamo discussa quella delibera. E la prova che nessuno ne sapeva niente è proprio nella mia presenza".

L'assessore è molto scrupolosa nel presenziare o meno le (molte) delibere che toccano da vicino gli interessi di famiglia (i parcheggi interrati, per esempio). "Anche se mio padre si è sfilato dalla cordata per l'acquisto del Bari, per questioni di opportunità - precisa - non avrei mai partecipato a questa discussione per non alimentare sospetti". La Degennaro inoltre - come fa vedere giornalmente sulla sua bacheca di Facebook, passione che condivide con il suo sindaco - è tifosissima del Bari tanto che ieri sul suo blog ("La figlia di...", lo spiritoso e dunque intelligente titolo) ha risposto per le rime a chi aveva ipotizzato lo sfilarsi della sua famiglia dell'affare Bari con un rilanciare per avere nuovi appalti dal Comune.

bari.repubblica.it

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